L’Ultimo Ballo
Vite sospese al tempo della guerra
Alessio Romenzi
Apertura:
10 Gennaio 2025, Ore 17:00
Palazzo Gil (Campobasso)
Date e Orari Mostra:
10 Gennaio 2025 – 16 Febbraio 2025
da Martedi a Giovedì | 17–20
da Venerdì a Domenica | 10–13 e 17–20
Giorno di Chiusura: Lunedì
Biglietto unico per le due mostre: 7 Euro
L'Ultimo Ballo.
Vite Sospese al tempo della guerra
di Alessio Romenzi
“Più guerre fotografavo e più mi rendevo conto che stavo letteralmente camminando nella Storia”
"L'Ultimo Ballo" di Alessio Romenzi è una potente elegia visiva del nostro presente. In un'epoca di profonde trasformazioni, ogni fotografia segna il distacco da ciò che eravamo, prima che l’esperienza della guerra alterasse per sempre il nostro modo di guardare il mondo.
Romenzi ha dedicato gran parte della sua carriera a documentare la guerra. Le sue immagini non sono una semplice cronaca visiva: danno voce a vite segnate dal conflitto, raccontando storie che altrimenti rimarrebbero invisibili. La sua straordinaria capacità di entrare in sintonia con le comunità ritratte emerge nei suoi scatti, che catturano momenti di profonda intimità anche in contesti di devastazione e violenza estrema.
Il suo lavoro va oltre la narrazione del conflitto: Romenzi dà volto e voce a chi la vive. Le sue immagini vanno oltre l’atto del vedere; mostrano gesti, sguardi, frammenti di umanità intrappolati in un presente fragile. Le sue fotografie raccontano non solo i luoghi, ma anche le persone che li abitano, trasformando statistiche anonime in storie che ci parlano. Vittime, testimoni, combattenti e civili emergono come protagonisti di un racconto universale, fatto di perdita, resistenza e una costante ricerca di significato in mezzo al caos.
“Mentre fotografavo capivo che quelle persone erano come sospese in un limbo. Quel limbo si chiamava Guerra”.
Attraverso immagini catturate nei territori più dilaniati - dall’Ucraina alla Siria, dall’Afghanistan alla Palestina, dallo Yemen all’Iraq, dalla Libia al Libano, Romenzi crea una mappa visiva delle trasformazioni umane di fronte al conflitto. Ogni scatto racchiude un momento cruciale, un punto di non ritorno, e i soggetti immortalati diventano protagonisti di una narrazione universale sulla forza e la trasformazione dell’animo umano. La maestria di Romenzi risiede nella sua capacità di catturare non solo l’attimo della rottura, ma anche la dignità che sopravvive al di là di quel limite.
Questa mostra è una meditazione visiva sull’istante in cui la Storia irrompe nella vita privata, trasformando irrimediabilmente la percezione della realtà. Attraverso l’obiettivo di Romenzi, siamo testimoni di un rito di passaggio collettivo, dove ogni spettatore è chiamato a confrontarsi con le profonde cicatrici che i conflitti lasciano nell’animo umano.
"L'Ultimo Ballo" non è solo una mostra fotografica: è una riflessione sulla metamorfosi dell’umanità di fronte alla guerra. Le immagini di Romenzi ci ricordano che, oltre l'ultima scena, inizia un nuovo capitolo dell’esistenza - più complesso, più profondo, intriso di una consapevolezza che solo l’esperienza può rivelare.
Biografia
ALESSIO ROMENZI lavora come fotografo di guerra freelance dal 2009. Dopo essersi trasferito a Gerusalemme, ha documentato ampiamente gli eventi della Primavera Araba, concentrandosi in particolare su Egitto e Libia. Ha collaborato con Agence France-Presse, ONU e Croce Rossa Internazionale. Le sue missioni fotografiche lo hanno portato nelle aree di crisi in Medio Oriente, Africa ed Europa. Attualmente, è impegnato in un progetto a lungo termine sui rifugiati della guerra civile siriana e ha documentato la guerra civile in Iraq e la battaglia di Mosul.
Tra i suoi riconoscimenti, ha vinto il World Press Photo of the Year 2013 nella categoria General News – Stories il primo premio dell’Unicef Picture of the Year 2012.
Nel 2017 il suo reportage "We are taking no prisoners" sull'assedio di Sirte da parte dell'esercito libico viene premiato al Sony World Photography Awards e ancora al World Press Photo.
Nel 2018, ha presentato alla 75ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il documentario "Isis, Tomorrow. The Lost Souls of Mosul", realizzato con Francesca Mannocchi, che esplora la vita dei figli dei miliziani dell'ISIS.